Skip to content

News

Ultime Novità

Uniti per il cambiamento: il ruolo delle cooperative nello sviluppo globale

Quando si parla di Sviluppo Sostenibile a livello globale, può venir più o meno spontaneo rifarsi al Programma d’azione per le persone, il pianeta e la prosperità sottoscritto nel settembre 2015 dai governi dei 193 Paesi membri dell’ONU, un programma che ha per obiettivi comuni: lotta alla povertà, eliminazione della fame e contrasto al cambiamento climatico. Questi obiettivi vengono definiti comuni, proprio perchè riguardano tutti i Paesi ma anche tutti gli individui: riguardano, in sostanza, il futuro di tutti.

Allo stesso tempo, molto probabilmente, solo chi fa esperienza profonda di vita cooperativa riesce a intravvedere un filo comune tra questi obiettivi e il tema della 30° giornata internazionale delle cooperative che si è celebrata Sabato 6 luglio 2024 con il titolo “Le cooperative costruiscono un futuro migliore per tutti”. Il concetto base della giornata è stato  proprio quello di inquadrare il modello cooperativo come una possibile chiave di svolta per il raggiungimento di quegli Obiettivi Comuni dello Sviluppo Sostenibile.

Per il #CoopsDay 2024, infatti, “le cooperative possono mostrare i loro elevati standard di crescita inclusiva e sostenibile, e il loro servizio come amministratori per proteggere l’ambiente e combattere il cambiamento climatico. Attraverso la governance democratica e la proprietà condivisa, le cooperative sono un esempio di pace e stabilità, riunendo persone provenienti da contesti diversi in condizioni di parità e promuovendo la comprensione e il rispetto” (cit. https://www.lps.coop/coopsday-2024-giornata-internazionale-delle-cooperative)

Inclusività, proprietà condivisa, governance democratica sono concetti propri dell’esperienza cooperativa, come sentenzia il deputato Fabrizio Cimenti nel suo intervento nel corso dei lavori dell’Assemblea Costituente (14.05.1947) in cui rammenta all’Assemblea che con l’inserimento del carattere di mutualità, si volle «concedere finalmente, ciò che non era mai stato fatto, un riconoscimento essenziale all’importanza di un fenomeno economico e sociale, che investe quasi tutti i rami dell’attività umana, che costituisce un sostanziale elemento di fraternità, che non può essere frutto di una semplice formula economica — in cui si sommano aritmeticamente gli egoismi individuali — ma di una superiore ispirazione in cui l’uomo si sente vicino all’altro uomo nell’impresa comune, in cui si risolvono i problemi del lavoro, in cui si attua la difesa del consumatore attraverso l’aiuto solidale e la reciproca collaborazione» (cit. intervento F.Cimenti Lavori dell’Assemblea Costituente 14.05.1947)

E allora, raccogliendo l’invito del deputato Cimenti, proviamo a considerare la capacità dell’esperienza cooperativa di elevare e ri-qualificare i soggetti che operano in essa, a livello sociale come in quello professionale: il criterio della inclusività (cd. della “porta aperta”) ad esempio, estende la possibilità di innalzare il livello qualitativo del fare impresa; pensiamo a quei soggetti ignorati dal mercato perché individualmente ininfluenti: l’esperienza cooperativa consente il superamento di questo sbarramento portando piccoli imprenditori uniti, ad operare a livelli impensabili per la loro condizione di partenza. Stessa cosa accade anche a livello manageriale: l’esperienza cooperativa permette a piccoli-medi imprenditori di guidare realtà economicamente rilevanti sul mercato, migliorando la loro esperienza di mercato e allo stesso tempo arricchendo il mercato di logiche che partono dal basso, che rimangono a contatto con la realtà quotidiana.

In questo senso l’esperienza cooperativa non si riduce ad espediente per imporsi sulle dinamiche di mercato, non è solo un escamotage per superare gli egoismi individuali, ma è soprattutto una formula con risultato inaspettato, una sommatoria assolutamente superiore alla somma degli addendi.

Con una visione simile, questo modo di fare impresa può anche sperare di contribuire al raggiungimento di quei famosi Obiettivi Comuni, perché sposta il baricentro un po’ più verso il basso, rendendo i soggetti, anche più piccoli, un po’ più protagonisti di questo Sviluppo Sostenibile.

Autore

Torna su